Soldano

nino soldano, angelo toto, legno, led

tecnica mista su legno 80 x 80

titratto di Nino Soldano nativo di Sciacca e attivo a Milano come gallerista negli anni Settanta e Ottanta. Collaboratore di Giorgio Marconi, di Arnaldo e di Gio Pomodoro, nel 1971 apre la galleria che porta il suo nome ( e che dal 1977 si chiamerà Studio Ennesse). Nei suoi spazi passano molti degli artisti, soprattutto italiani, che in quegli anni costituiscono le giovani novità dell’arte: a un iniziale gruppetto di artisti legati alla protesta e alla contestazione studentesca e operaia, seguono gli artisti raccolti sotto la definizione di “pittura analitica”, per cui la galleria di Nino Soldano è stata un centro importante e coerente. Alla svolta degli anni Ottanta, col cosiddetto ritorno alla pittura, Soldano si occupa anche della nouvelle vague figurativa, ma non dimentica mai le sue origini, ospitando in numerose rassegne artisti siciliani. Di questo attaccamento alla terra d’origine è poi testimonianza quella che probabilmente è l’impegno pubblico più importante della sua carriera di imprenditore privato: la donazione del primo nucleo del Museo di Gibellina, e la realizzazione delle stagioni teatrali nella città del terremoto durante gli anni Ottanta, dove l’intervento e la mediazione di Soldano tra le istituzioni siciliane e gli artisti e gli scenografi più rinomati gli viene pubblicamente riconosciuta con il conferimento della cittadinanza onoraria. Le conseguenze di un grave incidente stradale lo costringono a chiudere la galleria nel 1984, pur continuando ad occuparsi dei “suoi” artisti sino ad oggi.

 

 

 

 

 

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